Aisa impianti, società pubblica, di proprietà all’85% dal Comune di Arezzo, anche in questo anno che dovrebbe richiamare alla sobrietà e al contenimento della spesa, a pochi giorni dalle elezioni, ha deciso di organizzare la Warehouse fest, kermesse musicale e non solo che avrà il suo apice nell’esibizione di Max Gazzè.

La domanda che tutti i cittadini dovrebbero porsi è perché un impianto industriale di trattamento ed incenerimento dei rifiuti sente la necessità di organizzare un festival musicale, non semplicemente contribuendo economicamente, ma proprio allestendo il palco sotto la propria ciminiera?  Quale messaggio si vuole implicitamente richiamare e veicolare alle persone? Mille altre attività economiche, pubbliche e private attendono le loro attività nel nostro territorio senza sentire la necessità di richiamare artisti di fama per associare a loro il proprio nome.

Questa attività di marketing e pubblicitaria risulta ancora più incomprensibile perchè l’azienda è senza concorrenza, non si rivolge al libero mercato, realizza il proprio lavoro in regime di monopolio per conto del gestore Sei Toscana.

Il compito di Aisa impianti dovrebbe essere quello di svolgere al meglio il proprio compito industriale, nella forma più ambientalmente sostenibile possibile, cosa in palese contrasto con il progetto di raddoppio dell’impianto di incenerimento, restituendo alla comunità l’utile prodotto e consentendo, quindi, tariffe della TARI più basse per i cittadini, non gestire politiche culturali.

Proprio in questo periodo di crisi ci sembra quantomeno inopportuno spendere decine di migliaia di euro pubbliche, di tutti, per cercare in maniera palese e anche un po’ ingenua un ritorno d’immagine.

Se proprio è ritenuto necessario spendere queste somme, mille sarebbero le situazioni emergenziali nella nostra città che meriterebbero aiuto ed attenzione, o almeno, in ultima analisi, che esse vengano destinate ai dipendenti ed ai lavoratori dell’azienda sostenendo un reddito per la comunità.